Il dépliant dell’Albergo Diffuso, che elenca alcuni palazzi nobiliari corinaldesi, ci ha ispirati a farne il giro a piedi. Abbiamo cominciato col Terreno, la piazza alberata alla sommità della città. Questa piazza ci ha delusi al nostro primo arrivo; “dov’è il caffè?”, abbiamo pensato. Man mano arrivavamo a capire che questa piazza non serviva da foro; qui abitavano le famiglie nobiliare e qui si veniva a pregare. Attualmente il Terreno ospita tanti intrattenimenti e feste serali, ma di giorno rimane tranquillo, con solo l’eco spettrale del viavai di un tempo.
Andando intorno alla piazza in senso orario, dalla via SM Goretti, cominciamo col palazzo Orlandi.
Secondo il libro di Francesca Pongetti, La ‘Marca’ e le famiglie nobili e notabili di Corinaldo, “La famiglia Orlandi è una delle piu antiche di Corinaldo. La sua presenza è attestata dal 1350 …”.
Accanto al Palazzo Orlandi c’è il Palazzo Rossi Ricci, dell’ottocento secondo l’itinerario dell’Albergo Diffuso, che non è del tutto affidabile. Si noti il bel portale, uno dei tanti che imbelliscono i palazzi di Corinaldo.
Giovan Battista Orlandi, insieme al Sig. Ricci, conduceva una filanda durante la seconda meta del XIX secolo, “dando lavoro a circa 70 donne e 3 uomini” (citato da Pongetti, p. 164). La Sig. Rossi, vedova, ha sposato in seconde nozze il Sig. G. Ricci.
Poi arriviamo al palazzo Cesarini Romaldi. Qui è stata scoperta, durante la restaurazione dell’edificio postale, una loggia cinquecentesca al secondo piano.

Loggia cinquecentesca scoperta nel palazzo Cesarini Romaldi. Da “Corinaldo antico colore del tempo”.
La vernice di Eugenio Morganti si è svolta qui, ma siamo entrati dall’altro lato, dal portone più modesto.

Aspettando nel Terreno l’apertura della vernice di Eugenio Morganti/Waiting in the Terreno for Morganti’s private view to open.
Proseguendo il circuito, traversiamo la piazza del Cassero, ed ecco il Palazzo Mazzoleni Ciani al angolo.
Secondo Pongetti, la famiglia Ciani, di origine senese, si è traslocato a Corinaldo da Monterado nel ‘500. Hanno abbandonato Siena dopo la presa di potere dei Medici il 17/4/1555. Si sono poi uniti a un’altra famiglia oriunda, i Mazzoleni, per matrimonio, probabilmente nel ‘600.
La d.ssa Pongetti ci informa che nella biblioteca di Corinaldo ci sono dei libri antichi che appartenevano ai Ciani. Ho scelto dal catalogo di Pongetti questa cinquecentina:- Horatii Flacci … omnia poemata, stampata a Venezia nel 1584 da Giovanni Griffo. Si legge sul foglio di guardia, “O libro che da me tanto amato se poi fosti da me smarrito Di al padrone che li ha donato che tornar vuoi al tuo perduto se per sorte il mio nome fosse codesto li Tomasso Ciano son chiamato benissimo.”
Tommaso Ciani (1812-1889), secondo Pongetti, “fu eletto Deputato di Corinaldo all’Assemblea Costituente di Roma”. Dopo il collasso delle rivolte del 1848, fu esiliato da Corinaldo, ma nel 1860 tornò e “fu chiamato con altri Marchigiani di provata esperienza e coltura, noti per devozione inconcussa alla patria, al seguito del Commissario straordinario Lorenzo Valerio” (citato da Pongetti, p 152).
Chi vuole sapere più della famiglia Ciani, legga il libro di Pongetti. Se volete vedere i libri della famiglia Ciani nella biblioteca di Corinaldo, io direi di rivolgervi prima alla IAT.
Giriamo a destra e dopo qualche passo ci troviamo di fronte al Palazzo Ridolfi.
Claudio Ridolfi (1570-1644) fu uno di quei pittori del nord-est della penisola, tipo Lorenzo Lotto e i fratelli Crivelli, che hanno trovato la terra marchigiana più fruttuosa della terra natale. A me, da inglese anglicana, sembrava che alcuni suoi dipinti seguano troppo strettamente le regole della controriforma, e perciò mi sembravano un po’ sentimentali e senza ispirazione. Ma questo quadro sotto mi ha fatto cambiare idea.

LA MADDALENA AI PIEDI DELLA CROCE. Claudio Ridolfi (Verona 1570 – Corinaldo 1644). Olio su tela. Prima metà del XVII secolo
Da disegnatore Ridolfi fu veramente dotato.

Claudio Ridolfi. Viso di giovane donna. Grazie al Ente Olivieri di Pesaro.
Continuando sempre in senso orario, arriviamo al Palazzo Fata Ottaviani (Tarsi Marcolini), all’ angolo della Via SM Goretti.
Giriamo a sinistra e seguiamo via SM Goretti. All’angolo con Via Boscareto si trova il Palazzo Sandreani. [NB Spero che questa identificazione sia corretta; sennò, fatemelo sapere tramite i “Comments”.]
I Sandreani sono presenti a Corinaldo sin dal 1300, sempre secondo Pongetti. Il libretto “L’antico colore del tempo” sceglie il Venerabile Angelo Antoni Sandreani da menzionare, frate Francescano molto attivo, nato a Rocca Contrada (Arcevia), dalla famiglia Sandreani.
Giriamo a sinistra, seguiamo Via Boscareto e giriamo a destra lungo il Corso.
Secondo Pongetti, la famiglia Brunori di Corinaldo può risalire fino al 1351. La biblioteca ne possiede una cinquecentina:- Baiardi, Giovanni Battista: Additiones et annotationes, stampata a Parma da Erasmo Viotti nel 1597. Il libro era all’uso professionale – era uomo di legge – di Girolamo Brunori, di un ramo secondario della famiglia.
Seguendo il Corso verso la Porta Nova, arriviamo al Palazzo Cesarini Duranti.
L’ultimo di questa famiglia, Ippolito Cesarini, è morto a Roma nel 1989.
Andiamo un po’ più avanti e vediamo dall’altra parte del Corso il Palazzo Palma Marangoni (Palazzo delle Meraviglie).
Questo edificio fa parte dell’Albergo Diffuso. Offre 6 camere agli ospiti.
L’ultimo palazzo che abbiamo visto è stato il Palazzo Cimarelli.
Il palazzo fu la dimora di Vincenzo Maria Cimarelli (1585-1662), domenicano, storiografo, e uomo di lettere.
Voglio anche condividere con i miei lettori qualche bel dettaglio, due battenti e una finestra.
Ormai il sole diventa forte; sediamoci sotto l’ombra e beviamoci qualcosa di fresco!
A fascinating tour of the noble houses of Corinaldo bringing to life centuries of history as well as individuals of great interest.
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Molto interessante.
Segnalo un errore ripetuto nel post: un testo a stampa del Cinquecento é detto “cinquecentina” e non “quindicina”.
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Grazie, correggerò l’errore. Vedi che sono sincera quando dico che gli italiani sono invitati a correggere gli errori!
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Grazie a te per l’articolo molto interessante.
“Quindicina” è come “dozen” ma per il numero 15.
Vedi anche https://it.wikipedia.org/wiki/Cinquecentina
Le cinquecentine delle biblioteche italiane sono tutte catalogate nel sito web:
http://edit16.iccu.sbn.it/
Buona giornata
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Mi permetto di sottolineare una importante omissione nell’elenco dei palazzi storici, si tratta del quattro-cinquecentesco palazzo Amati, di via del Corso, tra i più antichi e architettonicamente interessanti, oltretutto recentemente ristrutturato!!!
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Si Paolo, hai ragione, ma come dice Cole Porter, “It was too darn hot!” Dopo mezzogiorno abbiamo perso la voglia di continuare il nostro giro. Vuoi includere un link con ulteriori informazioni sul palazzo Amati nel tuo prossimo Comment?
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